La produzione zootecnica industriale

In Svizzera, dalla svolta del millennio il numero di animali detenuti a scopo industriale è aumentato circa della metà. Nel 2021 più di 80 milioni di animali sono stati ingrassati e uccisi. Nel contempo il numero di aziende agricole è diminuito da circa 70 000 a meno di 55 000. Oggi vengono detenuti molti più animali per azienda, con ricadute nefaste sul loro benessere.

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L’iniziativa consolida il concetto di dignità dell’animale nell’agricoltura

  • Negli allevamenti intensivi quasi tutte le esigenze fondamentali degli animali vengono trascurate. Gruppi di grandi dimensioni sono stipati in uno spazio esiguo e generalmente non hanno nessuna possibilità di uscire all’aperto. 
  • Nell’allevamento intensivo gli animali non sono considerati come esseri viventi, bensì come semplici prodotti, a causa della loro capacità di sopportare il dolore, contrariamente a quanto fanno credere le immagini pubblicitarie delle lobby lattiere e della carne.
  • La situazione attuale indica che la legislazione sulla protezione degli animali in vigore non basta a impedire la negligenza del benessere e della dignità degli animali. Quindi bisogna assolutamente cambiare le cose.
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L’iniziativa rafforza la salute delle persone e degli animali

  • Le crescenti resistenze agli antibiotici fanno parte delle grandi sfide dei nostri tempi. La zootecnia industriale porta a maggiori rischi di malattie, maggior presenza di germi e un uso smodato di antibiotici e medicine.
  • L’allevamento intensivo accresce i rischi di pandemie. Si stanno imponendo viepiù sistemi in cui gli animali nascono, crescono e sono ingrassati in fattorie diverse. Ogni trasferimento comporta un nuovo rischio di infezione.
  • Indirettamente la zootecnia industriale comporta rischi sanitari, favorendo la carne prodotta a buon mercato. Il consumo eccessivo di prodotti di provenienza animale causa malattie cardiovascolari, diabete e sovrappeso.
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L’iniziativa concerne soprattutto le aziende di dimensioni industriali

  • Secondo il Consiglio federale l’iniziativa concernerebbe solo il 5 % delle aziende agricole. Di queste fanno parte soprattutto i grandi impianti d’ingrasso che detengono fino a 27 000 polli, 1 500 suini o 300 manzi in una sola stalla.
  • I fabbricanti e commercianti di foraggi e i grandi distributori quali Micarna e Bell, con i loro macelli e le loro industrie di produzione carnea approfittano principalmente del sistema attuale.
  • La produzione zootecnica industriale e indipendente dal suolo non dipende dal suolo agricolo. C’è da chiedersi perché gli impianti d’ingrasso possano essere costruiti sulle terre coltive e non nelle zone industriali.
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L’iniziativa è garante di un’agricoltura sostenibile

  • I prodotti di provenienza animale sono responsabili dell’85 % delle emissioni di gas a effetto serra dovuti all’agricoltura. La produzione zootecnica industriale aumenta inoltre localmente le emissioni di ammoniaca e l’inquinamento fonico.
  • Al momento la Svizzera importa annualmente 1,4 milioni di tonnellate di foraggio. Tali importazioni di foraggio consentono di detenere molti più animali di quanti possono essere detenuti in modo conforme all’ubicazione.
  • La Svizzera può soddisfare la propria intenzione di praticare un’agricoltura consapevole dell’uso delle risorse e rispettosa degli animali detenendo maggiormente gli animali al pascolo e riducendo l’importazione di foraggio.
«L'allevamento intensivo degrada gli animali allo stato di prodotti, negando così il loro diritto alla dignità. Tuttavia, gli animali non sono semplici cose e non devono essere trattati come tali.»
Daniel Jositsch – Consiglio degli Stati PS

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